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lunedì 17 marzo 2014
POTERI E SIMBOLI: EVIDENZE OCCULTE
La Ragioneria Generale dello Stato, pur essendo un organismo interno al Ministero dell'Economia, si è dotata di un proprio autonomo logo. Nel disegno si vede un triangolo al cui vertice si collega (ma sembra più pendervi) la stella simbolo della Repubblica Italiana.
Meglio astenersi da qualunque commento, visto che l'iconografia adottata e' tanto esplicita da confondersi con l'occulto.
venerdì 14 marzo 2014
CHIARE LETTERE (11)
Editoriale da IL CORRIERE DEL
MEZZOGIORNO del 13 03 2014
Il coccodrillo e la
giustizia (di LUIGI LABRUNA)
La storia di Mara, la giovane
hostess napoletana
che comprò da Hermes una cintura con inserti di rettile
I tribunali sono ingolfati da migliaia di processi penali (nel
distretto della Corte d'Appello di Napoli 153.780 nel 2013). Dovunque gli
arretrati sono spaventosi. Le carenze di organico dei magistrati drammatiche.
Peggiore è la penuria di cancellieri. La durata dei processi eterna. Le
prescrizioni endemiche. La giustizia è una lumaca affastellata. Bene. Sentite
questa. Ai tempi felici dell'opulenza, Mara, una giovane hostess (oggi si dice:
assistente di volo) napoletana, amava circondarsi di begli oggetti. Se li
poteva permettere. Al Faubourg Saint-Honoré comprò da Hermes una cintura di
pelle (bovina) con inserti di coccodrillo. Era il 1993. La vita gira. Nel
novembre 2013, sposata con bambini, mise in vendita su E-bay la cintura. Dagli
Stati Uniti, se l'aggiudicò, felice, miss Rawlinson. Sollecita, Mara gliela
spedì in un pacchetto postale. In dicembre apprese che il pacco era bloccato
alla dogana di New York: negli Usa è vietato il commercio di spoglie di animali
selvaggi protetti. I bovini non lo sono, i coccodrilli (degli inserti) sì.
Gli americani sono, però, pragmatici. Mara telefonò al competente
Dipartimento Caccia e Pesca Usa, spedì all'ispettore Larison la documentazione
che certificava la sporadicità della transazione e il rimborso all'acquirente.
Compresa la faccenda, la capufficio Ormerod restituì il tutto a Mara, tramite
Ups (95,31 dollari di spese a suo carico). Non l'avesse mai fatto. Il 7 gennaio
Ups-Italia avvertì che occorreva inviare alla dogana di Tessera/Venezia la
documentazione necessaria per sdoganare la cintura restituita. La sventurata
rispose. E mandò le stesse attestazioni accettate dagli Stati Uniti.
Il 28 febbraio 2014 ricevette una raccomandata da un
avvocato di Venezia. Speranzosa
l'aprì. Sconcerto. La informava di essere stato nominato suo difensore
d'ufficio. Precisava, «per chiarezza», che «la legge prevedeva fosse lei a
dover retribuire» le sue prestazioni (salvo ecc. ecc.). Le notificava, altresì,
una «informazione di garanzia» disposta dal Pubblico ministero in servizio
presso la Procura
della Repubblica di Venezia, dottoressa Crupi, «ai sensi dell'art 369 c.p.p»,
alle «ore 12.02» del 19 febbraio 2014 (come attestato con precisione
cronometrica dalla cancelliera Paduano «in pari data e ora»).
Con tale decreto —
emesso nei suoi confronti quale «indagata del reato di cui agli artt.2 co.1, l.
275/2001» (sic) nel procedimento penale n. tot e tot — la pm aveva convalidato
il sequestro disposto dall'Agenzia delle Dogane di Venezia «in data 18/2/2014
alle ore 13». Detto sequestro, infatti, le era «apparso» legittimo «in quanto
trattavasi di corpo di reato» (ma non era questo il thema decidendum?). Mara
rischia «l'arresto da tre mesi ad un anno e l'ammenda da lire (lire, per
fortuna) quindici milioni a lire centocinquanta milioni», salvo, ben inteso,
«che il fatto costituisca più
grave reato». Dovrà sperare — come gli assassini, i camorristi e altri
delinquenti scafati — nella prescrizione. Anche questa è la nostra Giustizia.
Amen.
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