Il Sacro Graal, l'anello di Re Salomone,
addirittura lo scafo del Titanic: tutto
si può sperare di recuperare ma non un credito, in Italia, se il debitore e' un
Ente Pubblico.
Questo se si vogliono utilizzare i
metodi consentiti dalla Legge.
La Legge, del resto, la fanno i
parlamentari, ognuno già assessore regionale, provinciale o comunale, se non lo
è stato lo sarà, se non lui qualche suo figlio, nipote, cugino, cognato,
igienista dentale.
Comprensibile dunque siano state
introdotte cautele contro creditori attuali e futuri, cautele che poi
funzionano, smentendo le dicerie sul legislatore inetto.
Dunque, se avanzate denaro da un Ente
Pubblico, immaginate di averci comprato il biglietto per una bizzarra lotteria,
di cui non sapete se e quando si effettuerà l'estrazione.
Innanzitutto, per chiedere il pagamento
ad un Ente bisogna attendere 120 giorni, che non potete cominciare ad attendere
se il pagamento non e' già stato chiesto: è come prendere al supermercato un
chilo di mele ed al cassiere che chiede 3 euro rispondere: "Bene, aspetta
120 giorni, poi richiedimeli".
Inoltre, mentre i soldi che avete sul
conto corrente possono essere pignorati (cioè bloccati) dai vostri creditori,
quelli dell'Ente no, ed anche depositi per milioni di euro sono solo il montepremi
di quell'improbabile lotteria.
Un esempio pratico: ho chiesto di
pignorare somme sul conto della Provincia di Salerno, la Banca mi risponde (VEDI
IMMAGINE ALLEGATA) che sul conto ci sono più di 79 MILIONI DI EURO (!!!) ma non sono pignorabili: lo ha deciso la
Provincia con una sua delibera di luglio.
Com'è possibile?
Il meccanismo è questo: la Legge (art
159 D.lvo 267/2000) attribuisce agli Enti il potere di dichiarare non
pignorabili le somme necessarie ogni semestre per stipendi, mutui e
"espletamento dei servizi locali indispensabili".
L'Ente, allora, dichiara che ogni euro avanzato
da stipendi e mutui serve appunto ai "servizi locali indispensabili",
dunque i creditori non possono toccarlo.
Difficile credere che la Provincia
spenda in 6 mesi 79 milioni di euro per adempimenti indispensabili, anche
perché, nello stesso periodo, spende “solo”
5 milioni in stipendi e 12 milioni in
mutui, come la stessa Provincia attesta nella sua delibera di giugno (VEDI IMMAGINE
ALLEGATA)
E a che fine fanno in sei mesi gli altri
65 milioni di euro? Sono veramente spesi per servizi locali indispensabili? E quali?
Ma non si era detto che le Provincie avrebbero progressivamente perso le loro
funzioni? E i servizi locali indispensabili costano in un anno 130 milioni di
euro?
A tutte queste domande gli organismi provinciali, sottratti a qualunque altro controllo, danno alla fine un’unica risposta:
NON TI PAGO!