Mi considero un
oppositore del Governo Renzi.
Sarò sicuramente
irrilevante, col mio solo voto, ma continuerò ad oppormi ad un Governo che, per
composizione, obiettivi e disonestà comunicativa rappresenta appunto l’opposto
dei miei ideali.
Per questa ragione ho
deciso di votare SI’ al referendum costituzionale del prossimo 4
Dicembre.
Voterò SI’ perchè il
testo della riforma è talmente inadeguato, pieno di lacune, imprecisioni e
contraddizioni, che viene da domandarsi se tanta inadeguatezza sia involontaria
o intenzionale.
Se le disfunzioni della
riforma fossero involontarie, il Presidente Renzi si troverebbe nello stesso
ruolo di apprendista stregone assegnato a Topolino in un film della Disney. Ma pasticciare con formule troppo complicate fu
disastroso per Topolino, sopraffatto dall’esito dei suoi maldestri tentativi.
Le istituzioni
giuridiche, come tutte le idee, sebbene prive di materialità sono impregnate di
un’energia da sfruttare con accortezza, ogni errore può causare disastrosi
effetti collaterali, che travolgono per primo l’incauto operatore.
Dunque, se le riforme
sono inadatte perchè predisposte da
incompetenti, la loro approvazione avrà conseguenze nefaste per i promotori, e
questa è un’ottima ragione per votare SI’, avremo la certezza di liberarci per sempre da Renzi e
Renzisti.
Ma la riforma potrebbe
essere inadeguata per scelta, dunque studiata con minuzia per rendere
inoperanti alcune parti dell’attuale Costituzione.
E’ quello che mi fanno
pensare gli intricati meccanismi che regolano i rapporti tra Regioni e Stato centrale,
al di sopra dei quali vige assoluta una clausola di supremazia in favore dello
Stato.
L’impressione è che si
sia voluto nascondere, sotto formule equivoche ma concludenti, un obiettivo non
confessabile, ovvero la sostanziale eliminazione delle autonomie locali.
Il Senato eletto dai Consigli
regionali sarà un’istituzione onoraria, senza alcuna funzionalità, e gli Enti
locali perderanno ogni partecipazione alla funzione legislativa.
Con l’accentramento
della legislazione nulla potrà opporsi ad un progressivo svuotamento anche
dell’autonomia amministrativa e tributaria degli Enti Locali.
Lo Stato Centrale sarà
l’unico erogatore di risorse ed interlocutore dei creditori.
A chi giova la
centralizzazione? A parte la vanità di ogni novello Bonaparte, non è da
scartare l’ipotesi che il nuovo assetto istituzionale sia quello preferito dai
creditori dello Stato, del resto è lo stesso Presidente a ripeterci che questa
riforma “la vuole l’Europa”.
L’Italia sarebbe così
assimilabile ad un’azienda insolvente cui il Tribunale sostituisce i precedenti
organi di amministrazione con un commissario unico, incaricato di saldare i
debiti.
L’obiettivo della
riforma, più che istituzionale, sarebbe finanziario, ovvero garantire i
creditori che il debito è sostenibile perché l’attuale amministratore ha ampia
autonomia operativa ed è l’unico a rispondere di attivi e passivi, non essendo
più sottoposto alle attività di spesa e di riscossione attribuite ad altri
soggetti.
Più che Padre
Costituente, il Presidente Renzi risulterebbe un umile Ragionier Fantozzi che
esegue servilmente gli ordini ricevuti, aggressivo solo tra le mura di casa,
muto e sottomesso di fronte ai suoi superiori.
Votando SI’ impedirò
che il Ragionier Fantozzi possa nascondersi dietro l’abituale alibi delle “mani
legate”, non potrà lamentarsi che sono
stati populisti e gufisti ad impedire il
benessere degli Italiani.
In questi giorni il
comitato del SI’, arricchito da concorrenti esterni come Roberto Benigni, ci sta spiegando che il NO
sarebbe un’altra Brexit, aggraverebbe la crisi economica, arresterebbe la
modernizzazione e cose del genere.
Votare SI’ è l’unico
modo di svelare il bluff, di constatare che scuole decorose, ospedali
funzionanti, tribunali efficienti, trasporti pubblici non dipendono dalla
Costituzione ma dai Costituenti, e che servirebbero quelli del 1948: Calamandrei, De Gasperi,
Einaudi, Foa, La Malfa, La Pira, Lussu, Moro, Mortati, Nenni, Ronchi,
Togliatti, Vanoni…