Nel
linguaggio comune si attribuisce al concetto “interesse pubblico” un contenuto
piuttosto generico, intendendolo come una qualità di quei beni e servizi che accrescono il benessere
della collettività.
Nel contesto
degli atti amministrativi il concetto non ha una definizione specifica, diversamente
dalla “dichiarazione” di interesse pubblico, che è una procedura tipizzata
da norme di legge con formalità molto precise.
Fino ad oggi
si conoscevano, come ipotesi di dichiarazione di interesse pubblico:
- la dichiarazione del notevole
interesse pubblico dei beni paesaggistici (prevista dal D.Lvo 42/2004);
- la dichiarazione di pubblico
interesse per la realizzazione di lavori pubblici o di pubblica utilità
(prevista dal D. Lvo 163/2006);
- la dichiarazione di pubblica utilità
finalizzata all’espropriazione dei beni privati (prevista dal D.P.R. 327/2001).
Molto
interessante ed innovativa dunque la delibera della Giunta Comunale di Castellabate
(n. 120/2017), che ha introdotto la “DICHIARAZIONE
DELL’INTERESSE PUBBLICO DELLE STRUTTURE BALNEARI INSISTENTI SUL DEMANIO
MARITTIMO AL RILASCIO DEL PERMESSO DI COSTRUIRE IN DEROGA”.
Con questa
originale procedura si prevede la realizzazione di manufatti sul demanio anche
in contrasto con le prescrizioni dei piani urbanistici, trattandosi di manufatti
appunto “dichiarati” di interesse pubblico.
La lettura
della delibera sollecita alcune riflessioni.
In primo
luogo, eravamo abituati a dichiarazioni di interesse pubblico che imponevano un
vincolo su beni privati per consentirne l’uso pubblico, mentre, al contrario,
con questa delibera, si liberano i privati da alcuni vincoli nell’uso della cosa pubblica (nello
specifico, il demanio marittimo).
Ma l’elemento
più curioso della delibera è che attribuisce questa maggior libertà SOLO ai concessionari demaniali
che:
- sono autorizzati (per il momento)
alla sola posa di ombrelloni e sdraio;
- non sono al servizio di strutture
adiacenti alle aree demaniali;
- non sono a S. Maria o a S. Marco.
Dunque i
soggetti senza stabilimento balneare e senza attività adiacente il demanio sono
riconosciuti pubblici benefattori, ma non a S. Maria nè a S. Marco.
E i titolari
di stabilimenti? Gli alberghi vicini alla spiaggia? Tutti gli altri concessionari?
Pagano il
canone, la TARI, lo stipendio dei bagnini ma restano privati profittatori.