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mercoledì 8 luglio 2015

IL POTERE ESECUTIVO-SEDATIVO


 
 
Ad opinione del mio barbiere Enzo, le strategie comunicative altro non sono che metodi per nascondere la verità  -  lui usa l’espressione:  “prendere per il c…” -

La verità, in effetti, dovrebbe avere in sé la forza di imporsi, anche in assenza di elaborate tecniche di comunicazione.

Non la pensa come Enzo il nostro Presidente del Consiglio, che ha appena convocato i dirigenti del suo partito,  bacchettandoli per come partecipano ai talk-show e suggerendogli i modi migliori per vendere il loro prodotto.

Il Presidente era in veste di esperto, considerando che sta svolgendo un ruolo decisivo nelle democrazie contemporanee: vendere la sensazione di sicurezza.

Le leggi, da sole, non danno sicurezza ai cittadini: sono parole su carta che necessitano di trovare attuazione concreta;  nemmeno bastano a dare sicurezza i provvedimenti del Governo, che  non hanno immediati effetti diffusi.

L’esistenza di uno Stato Nazionale che garantisce i diritti dei suoi abitanti, con un Governo che ne soddisfa i bisogni è una convinzione indotta che deve trovare conferme quotidiane,  ed a questo non sono sufficienti le Gazzette Ufficiali, servono stimoli più immediati, magari superficiali ma continui e suggestivi, fino alla persuasione.

Infatti  il nostro Primo Ministro impegna la maggior parte del suo tempo in interviste televisive, radiofoniche, messaggi telematici ed ogni altra forma, appunto, di “comunicazione”.

Questo non è trascurare il compito di Governare una Nazione, anzi è l’unico modo per farlo, persuadendo  i cittadini che le opportunità lavorative aumentano, i servizi migliorano, la sicurezza è garantita, ci sono più soldi per tutti.

Solo diffondendo queste convinzioni i cittadini continueranno a credere che entità immateriali come lo Stato, la Legge, la Giustizia, non appartengano solo al mondo platonico delle idee ma che abbiano una loro concretezza quasi tangibile, e, soprattutto, un’Autorità alla quale sottoporsi.

Sarebbe altrimenti difficile individuare lo Stato,  se  le frontiere naturali non ostacolano più il passaggio di persone, merci o informazioni ed i tradizionali presidii territoriali di Caserme, Ospedali, Scuole si riducono ogni giorno, anzi, scusate, si “razionalizzano”.

A mantenerci ancora uniti, credendoci parte di una Collettività razionalmente organizzata ed ispirata ad elevati principi ideali, sono ormai solo le certezze dispensate con frasi chiare e decise dal nostro Primo Ministro.

Spero tanto che il mio barbiere si sbagli.

mercoledì 1 luglio 2015

IL DIRITTO FOSSILE

- Arrivando a dominare i Greci, i Romani utilizzarono il diritto, anzichè la scienza, come strumento di controllo della società -


E' questa una delle originali ed acculturate tesi del Prof. Lucio Russo, fisico e filosofo della scienza.

Non sono in grado di misurarne la fondatezza, ma è indiscutibile che la formazione di un Impero richiedesse, oltre ad una organizzazione amministrativa e militare, anche la diffusione di procedure funzionali a trasmettere valori e comandi dall'Urbe alle sue remote periferie.

Il diritto dunque come un software per uniformare i comportamenti dei sudditi ai modelli individuati, e con il potere politico nel ruolo di programmatore, che utilizza magistrati ed avvocati come hardware. L'incremento dei dati da elaborare richiederà un software sempre più efficiente; non a caso la tecnica giuridica si perfeziona sotto l'Impero Asburgico e raggiunge la sua massima espressione durante l'età Napoleonica.

Diffusi attraverso l'insegnamento accademico e le prassi burocratiche, i principi della logica giuridica consentono di gestire, con efficienza di mezzi, le attività svolte su quel territorio che il potere politico intende controllare.

Questo potrebbe spiegare l'attuale, molto evidente, fenomeno della crisi di efficienza del diritto: manca un soggetto politico individuabile che sia interessato al controllo di una limitata area territoriale.

Le scelte politiche sono riconducibili ai soggetti più autorevoli, e questi non sono più gli Stati territoriali ma le reti di relazioni economiche, con ambito transnazionale. La legittimazione non deriva più dalle vittorie belliche o dal consenso elettorale ma dalla capacità di movimentare le risorse finanziarie, e senza le limitazioni fisiche dei confini politici.

Le società multinazionali di capitali effettuano più transazioni economiche degli Stati e su territori più vasti, come potrebbe una Nazione imporgli valori con i canonici meccanismi giuridici, che prevedono criteri ormai inapplicabili quali la competenza territoriale?

Per conformare le condotte agli standards più opportuni, le nuove autorità  utilizzano strumenti incisivi come la persuasione pubblicitaria, nelle forme più o meno palesi in cui può esercitarsi.

Le eventuali, residue, conflittualità vengono internalizzate e trasferite alle società assicurative , che ne compensano il rischio, oppure sono rimesse a meccanismi di conciliazione stragiudiziale che, deformalizzando procedure e principi, prospettano una maggiore efficienza.

Il software delle tecniche giuridiche classiche è ormai desueto ed inutilizzabile, al pari del vecchio MS-dos, così avvocati e magistrati vanno mestamente verso l'obsolescenza.

Agli Stati nazionali restano i giudizi penali o quelli civili molto marginali, di scarsa rilevanza economica, ma questo contenzioso non giustifica un rilevante investimento di risorse, dunque gli Stati disincentivano i giudizi civili sottoponendoli a procedure dilatorie e riducono i giudizi penali con misure di depenalizzazione o che favoriscano la prescrizione.

Udienze, citazioni, precetti sono reperti fossili: i nuovi strumenti saranno più efficaci? E saranno utilizzabili da tutti?