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mercoledì 19 febbraio 2014

CARTINE (7)


Salvatore Satta, IL MISTERO DEL PROCESSO,
Adelphi, 1994





"Il giurista, che considera il diritto come un valore, e ha impegnato nello studio di esso tutta la vita, non può chiudere gli occhi di fronte alla realtà, e non può non considerare come realtà l'erosione del concetto di diritto sul piano teorico, e sul piano pratico la complessità della vita sociale, con l'affiorare di potenti e prepotenti interessi per i quali il diritto sembra un ostacolo nel cammino; e il conseguente formarsi di nuove strutture sociali o il deformarsi delle antiche. La sua osservazione lo porta a riconoscere che esiste una vera e propria vocazione del nostro tempo a vivere senza il diritto, se pure questa tendenza, entro certi limiti, non risponda ad una esigenza dell'animo umano, del che sarebbe troppo lungo dare l'allettante dimostrazione. Ma questa osservazione della realtà non genera in lui alcun pessimismo: a lui basta di poter dire che questi ordinamenti, anche se si concretano in norme formalmente valide, non sono diritto"

sabato 1 febbraio 2014

CHIARE LETTERE (10) ANTONIO MASTRAPASQUA OVVERO: LE LAUREE MIGLIORI PER TROVARE LAVORO

La laurea falsa di Antonio Mastrapasqua

di Alessandro D'Amato  - 01/02/2014 - La racconta Libero

Libero di oggi parla di una condanna a carico di Antonio Mastrapasqua per un’accusa importante: una falsa laurea. Lui ha comunque ridiscusso la tesi e ottenuto alla fine il titolo di studio in economia e commercio. Racconta il quotidiano:
il 4 aprile 1997 la Prima sezione penale della Corte suprema di Cassazione, presieduta da Giulio Carlucci, conferma definitivamente la pena a dieci mesi di reclusione per Mastrapasqua decisa dalla Corte d’Appello con queste parole: «È ben configurabile il delitto di falsità ideologica in relazione alla fattispecie riguardante il non veridico contenuto del verbale di esame di laurea e il rilascio del diploma di laurea, contenenti l’approvazione del candidato e la proclamazione di “dotto – re”».
I giudici lo condannano pure a pagare le spese processuali e un milione di lire per la cassa delle ammende. Il 18 giugno del 1996 il collegio di secondo grado era stato durissimo:
«Mastrapasqua censura la genericità degli elementi di prova raccolti nei suoi confronti, si deve rilevare invece che i primi giudici hanno analiticamente indicato i fatti posti a sostegno dell’affermazione di responsabilità. Risulta incontrovertibilmente che l’appellante non ha sostenuto alcuni esami perché le firme sui verbali degli stessi non sono degli esaminatori. Nonostante ciò Mastrapasqua ha presentato domanda per sostenere l’esa – me di laurea e ha conseguito il relativo diploma».