Salvatore
Satta, IL MISTERO DEL PROCESSO,
Adelphi,
1994
"Il
giurista, che considera il diritto come un valore, e ha impegnato nello studio
di esso tutta la vita, non può chiudere gli occhi di fronte alla realtà, e non
può non considerare come realtà l'erosione del concetto di diritto sul piano
teorico, e sul piano pratico la complessità della vita sociale, con l'affiorare
di potenti e prepotenti interessi per i quali il diritto sembra un ostacolo nel
cammino; e il conseguente formarsi di nuove strutture sociali o il deformarsi
delle antiche. La sua osservazione lo porta a riconoscere che esiste una vera e
propria vocazione del nostro tempo a vivere senza il diritto, se pure questa
tendenza, entro certi limiti, non risponda ad una esigenza dell'animo umano,
del che sarebbe troppo lungo dare l'allettante dimostrazione. Ma questa
osservazione della realtà non genera in lui alcun pessimismo: a lui basta di
poter dire che questi ordinamenti, anche se si concretano in norme formalmente
valide, non sono diritto"
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