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sabato 13 giugno 2015

L'I.P.A. FUNESTA

Avere lo studio a quaranta chilometri dal più vicino Tribunale mi costringe a percorrere ottanta chilometri per depositare anche  un solo foglio in formato A4.
Normale che l'introduzione della trasmissione telematica per gli atti processuali mi abbia entusiasmato: finalmente per spostare le parole non avrei dovuto accompagnarle di persona!
Ma l'entusiasmo, sentimento fugace, per noi italiani ha l'effimera consistenza dell'illusione.
Ho tollerato l'adozione, tra tutti i sistemi informatici possibili, di quelli più macchinosi, più lenti, meno intuitivi, ma non riesco a tollerare il ridicolo delle notifiche telematiche alle Amministrazioni Pubbliche.
Senza entrare nei dettagli di una materia inutilmente complicata, mi limito ad avvisare che queste notifiche sono impossibili perché l'indirizzo del destinatario si trova solo nell'elenco eliminato.
Gli indirizzi e-mail certificati delle Pubbliche Amministrazioni non sono reperibili nel registro indicato dalla legge ma in un altro registro, sempre indicato dalla legge, ma che, dall'agosto 2014, non è più utilizzabile per le notifiche telematiche.
Dunque, anche se l'indirizzo non cambia ed è contenuto in un registro pubblico denominato proprio I.P.A. (Indice delle Pubbliche Amministrazioni), se vi azzardate ad usarlo per una notifica, questa sarà considerata nulla.
E stamattina in Tribunale il Magistrato mi diceva: "Avvocato, ma questa notifica al Comune non sarebbe stato meglio farla in cartaceo, come al solito?"
Osservazione ragionevole e cortese, non avrei mai potuto rispondere: "Ha ragione, qui dentro non dobbiamo mai sforzarci di trovare una logica nelle leggi"

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