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mercoledì 14 febbraio 2018

o ti mangi questa minestra ....... (IL BUON GUSTO DI ASTENERSI)



Il mio pensionato universitario era fornito di una mensa interna, comodità estrema che consentiva di perdere solo pochi minuti per arrivare a nutrirsi, prima di riprendere lo studio, o la partita a tressette.
La comodità era anche del gestore, che in questa utenza pigra vedeva la possibilità di aumentare i profitti abbassando progressivamente i suoi costi, sopratutto quelli delle materie prime.
Fu per questo motivo che l’offerta di cibo degradò, prima lievemente poi verticalmente, fino ad identificarsi nel reiterato VITEL TONNE’, idoneo ad occultare, sotto una patina giallastra, le nefandezze di lavorazioni alimentari operate sui peggiori grassi saturi.
I ragazzi del pensionato, sebbene pacati e diligenti, non erano irrimediabilmente piegati ad accettare, come presupposto dell’attività digestiva, ciò che normalmente ne costituisce il prodotto. Non potendo validamente influenzare la direzione del pensionato, si videro costretti ad una forma estrema di dissenso. 
L’astensione.
I vassoi furono lasciati impilati ai blocchi di partenza e si provvide con vari mezzi ad una ristorazione alternativa: avventati fornellini a gas, pizze, panini ma sopratutto abbondanti scorte dall’ex regno borbonico. 
Gli spazi delle stanze triple consentirono l’eccitante abbinamento tra ’nduja, pane cafone, caponata e mozzarelle.
Un EATALY primordiale e verace, anche se estraneo ai trend dell’epoca.
Dispiaceva al rettore un calo di presenze che rendeva la mensa antieconomica, ma, non potendosi imporre un trattamento culinario obbligatorio, si scelse di sostituire il gestore.
Facile la metafora: se si continua a recepire tutto ciò che viene proposto, nessuno si preoccuperà di migliorare la proposta.
Rifiutare è un’alternativa libera, significativa e scomoda, a volte con risultati soddisfacenti.
Per onestà storica occorre aggiungere che al gestore di quella mensa subentrò una famiglia di cinesi, con ricadute sfavorevoli sulle sintomatologie gastrointestinali. 
Ma erano i cinesi di trent’anni fa, con compiti ancora esplorativi, oggi, che controllano nel mondo importanti aziende, non sfigurerebbero al governo di una disgregata penisola.

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