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martedì 10 marzo 2020

FINCHE' C'E' ROSSO C'E' SPERANZA


Mentre annunciava in conferenza stampa la chiusura dell'Italia, il Capo del Governo aveva il tono mellifluo di un direttore d'albergo che si giustifica con i clienti, perché un improvviso disguido aveva costretto ad annullare la serata di piano bar.
Ma gravi sono i provvedimenti assunti, ed ancor più grave che  meno di quarantott'ore prima  se ne fossero assunti altri, di contenuto discordante.
Cosa è accaduto tra la notte di domenica e la sera di lunedì per indurre a cambiare le regole, senza nemmeno il tempo di verificarne l'efficacia?
Non credo sia stato il progredire del contagio, ampiamente previsto e sul quale, appunto, non si è cercato nemmeno di testare quanto potevano incidere le decisioni del giorno prima.
Dovendo trascorrere le mie prossime giornate in casa, il tempo vuoto e le scatole piene mi inducono a vacue riflessioni di fantapolitica.
In queste, la zona rossa lombarda del sabato notte non è un tentativo di arginare il contagio, ma una esortazione a farlo fuoriuscire, così da alleggerire una sanità regionale ormai in affanno.
Se poi per le zone rosse si stanno preventivando finanziamenti straordinari e sgravi fiscali, non può escludersi che, la domenica mattina, mentre accoglievano i transfughi, le altre Regioni d'Italia abbiano preteso di accomunare, oltre ai contagi, anche i benefici.
Sulla spinta di queste pressioni, anche al Direttore Conte sarà lampeggiata un'idea per trasformare la difficoltà in una risolutiva occasione: la Grande Calamità Nazionale.
Poche settimane fa il suo incarico si stava sbriciolando, tra la decrescita economica nazionale ed i limiti di spesa che impedivano di risolverla; adesso, con la sopraggiunta calamità, nessuna Europa avrebbe potuto impedirgli di sforare il bilancio ed indebitarsi oltre i limiti.
Si tratta insomma di replicare, in ambito comunitario, quei meccanismi che tanta spesa pubblica hanno convogliato nelle perpetue ricostruzioni delle aree terremotate.
E con il beneplacito degli Stati confinanti, che una zona rossa preferiscono sempre averla accanto piuttosto che dentro.
Già si fa il nome di un commissario che dovrà gestire il lungo travaglio dell'eccezionalità.
Estendere la rossa per poi estendere anche il rosso? Ma no, è fantapolitica.

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