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mercoledì 30 dicembre 2020

RICORSO PER CASSAZIONE - INAMMISSIBILE MESCOLANZA DI IMPUGNAZIONI ETEROGENEE - LIMITI DEL POTERE DEL GIUDICE DI RINVIO (Cass. Civ. sez. Tributaria - n. 29397 del 22 10 2020)




"in tema di ricorso per cassazione, è inammissibile la mescolanza e la sovrapposizione di mezzi d'impugnazione eterogenei, facenti riferimento alle diverse ipotesi contemplate dall'art. 360 c.p.c., comma 1, n. 3 e n. 5, non essendo consentita la prospettazione di una medesima questione sotto profili incompatibili, quali quello della violazione di norme di diritto, che suppone accertati gli elementi del fatto in  relazione al quale si deve decidere della violazione o falsa applicazione della norma, e del vizio di motivazione, che quegli elementi di fatto intende precisamente rimettere in discussione; o quale l'omessa motivazione, che richiede l'assenza di motivazione su un punto decisivo della causa rilevabile d'ufficio, e l'insufficienza della motivazione, che richiede la puntuale e analitica indicazione della sede processuale nella quale il giudice d'appello sarebbe stato sollecitato a pronunciarsi, e la contraddittorietà della motivazione, che richiede la precisa identificazione delle affermazioni, contenute nella sentenza impugnata, che si porrebbero in contraddizione tra loro. Infatti, l'esposizione diretta e cumulativa delle questioni concernenti l'apprezzamento delle risultanze acquisite al processo e il merito della causa mira a rimettere al giudice di legittimità il compito di isolare le singole censure teoricamente proponibili, onde ricondurle ad uno dei mezzi d'impugnazione enunciati dall'art. 360 c.p.c., per poi ricercare quale o quali disposizioni sarebbero utilizzabili allo scopo, così attribuendo, inammissibilmente, al giudice di legittimità il compito di dare forma e contenuto giuridici alle lagnanze del ricorrente, al fine di decidere successivamente su di esse"


"va ricordato che, nel giudizio di rinvio, i limiti dei poteri attribuiti al giudice sono diversi a seconda che la sentenza di annullamento abbia accolto il ricorso per violazione o falsa applicazione di norme di diritto ovvero per vizi di motivazione in ordine a punti decisivi della controversia, ovvero per l'una e per l'altra ragione. Invero, nella prima ipotesi (ed è il caso di specie) il giudice di rinvio è tenuto solo ad uniformarsi al principio di diritto enunciato dalla sentenza di cassazione, senza possibilità di modificare l'accertamento e la valutazione dei fatti acquisiti al processo, a differenza del caso di cassazione con rinvio per vizio di motivazione, da solo o cumulato con il vizio di violazione di legge, nella quale ipotesi il giudice è investito del potere di valutare liberamente i fatti già accertati ed anche d'indagare su altri fatti, ai fini di un apprezzamento complessivo, in relazione alla pronuncia da emettere in sostituzione di quella cassata (Sez. 3, Sentenza n. 16660 del 06/07/2017; conf. Sez. 3, Sentenza n. 10549 del 03/06/2020)"















 

domenica 27 dicembre 2020

I PRIVILEGIATI DEL LOCKDOWN


Buona parte dei connazionali e concittadini è impegnato ad incitarci a restare a casa, censurando con variabili epiteti ogni contravventore.
Ma bisognerebbe avvertirli che anche loro beneficiano di sistematiche difformità dalla permanenza domestica.
Restare a casa si può, anzi, si deve, purchè nutriti del caffellatte mattutino, della lombatina a pranzo, o mozzarella di bufala, oltre a quell’abbondante frutta e verdura che garantisce, in tempo di malanni, un corretto apporto di vitamine ed antiossidanti.
Peccato però che l’allestimento di un tale menù consenta a panettieri, caseifici, macellai, agricoltori, commessi e cassieri di eludere la salvaguardia assoluta per restarsene serenamente a lavorare.
E quei pacchi da Amazon? Quanti magazzinieri, spedizionieri e corrieri si sono assembrati per farceli pervenire ben sigillati alla nostra sanificata residenza?
E le linee elettriche, idriche e telefoniche? Quanti sciagurati, con la scusa di garantirne la manutenzione, sfuggono all’alba dall’abitazione per vagare impuniti anche nella notte?
Per noi, che a casa ci restiamo, l’unico conforto sono quei continui telegiornali e talk-show, e magari Fabio Insinna, o qualche partita di pallone, almeno fino a quando anche giornalisti, conduttori e calciatori non saranno ricondotti all’ordine, cioè al loro domicilio.
Godiamoci questa zona rossa, ultimo esempio di sangue blu, perché è un segno di privilegio che la maggioranza di connazionali e concittadini non può vantare.
L’uguaglianza è un rivoluzionario ideale, ma vale la pena realizzarlo?
Quanti docenti della nostra Campania scenderebbero in piazza per consentire ai loro colleghi nazionali ed europei l’insegnamento a distanza?
Ce lo spiegò Orwell: anche se combattiamo per essere tutti uguali otteniamo solo che qualcuno sia più uguale degli altri.

mercoledì 2 dicembre 2020

ELEZIONI COMUNALI: IL PROGRAMMA DEVE POTER “GIRARE”


 

Ad ogni quinquennio, in prossimità delle elezioni comunali, viene invocato il sostegno di tutti i volenterosi per contribuire alla elaborazione del miglior programma amministrativo possibile.

Ma se quinquennali sono le elezioni, è invece quotidiana la politica, intesa come il contributo di ciascuno all’interesse della collettività.

Ogni giorno, ognuno di noi opera scelte che incidono sull’interesse degli altri, partecipando ad indirizzare la comunità verso alcuni obiettivi.

Come si è reagito rispetto alla gestione dell’acqua pubblica?

E rispetto alla pianificazione territoriale?

Quale modello di attività economica si è proposto o favorito?

Questi, come tanti altri, sono indicatori concreti delle attitudini e finalità politiche di ogni candidato.

Certo non le modificheranno i programmi pubblicati in campagna elettorale.

Nella nostra era tecnologica abbiamo ormai tutti imparato a distinguere la “macchina” del computer dal suo “programma”.

E sappiamo che il programma può spesso essere aggiornato, finchè giunge il momento in cui, inevitabilmente, è necessario sostituire la macchina, per consentire al programma aggiornato di funzionare; altrimenti, come si dice in gergo, “non gira più”.

Sul valore dei programmi si era soffermato più di un secolo fa anche Gaetano Salvemini, che così scriveva: “Il nostro programma non esiste, diviene, Il nostro programma è la realtà stessa che si svolge e si trasforma proiettandosi nel nostro cervello; il quale, essendo parte della realtà, accelera colla forza della coscienza il processo reale” (in “Critica sociale” del 16 aprile 1898).