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giovedì 25 agosto 2022

MELONI A CREDITO (campagna elettorale con i frutti dell’antigoverno)


Occorre congratularsi con la leader del partito “Fratelli d’Italia”, che occupa stabilmente il primo posto nei sondaggi sul voto alle prossime elezioni politiche. In verità, la storia recente ci insegna quanto sia facile raggiungere tale posizione: occorre solo proclamare di conoscere sia la soluzione a tutti i problemi della Nazione, sia la causa di questi problemi, che è sempre quel complotto affaristico internazionale orchestrato dall’”Europa”, dal “Mercato” e, ovviamente dai “Poteri Forti”, con il recente arruolamento dei produttori di vaccini.

Meglio ancora se i proclami vengono urlati da un portavoce in posa innovativa e moderatamente eretica, agevolata da qualche sguaiatezza lessicale.

La mia opinione è che sia stato l’utilizzo di questi ingredienti a determinare il successo, nell’ultimo trentennio, prima di Forza Italia e poi di Renzi, Grillo e appunto Fratelli d’Italia, con il progressivo adattamento del modello originario ai mutamenti tecnologici ed anagrafici.

Nulla di nuovo dunque, sorprende solo la persistenza, tra i sostenitori della Giorgia nazionale, di quei lavoratori che dipendono solo dalla propria iniziativa e dalla capacità di assumersi dei rischi: la categoria alternativamente esaltata od ingiuriata degli imprenditori.

L’imprenditore dovrebbe infatti sapere che per ottenere il sostegno (che per lui è finanziario) alle proprie idee non è sufficiente urlare al funzionario della Banca di avere già tutte le soluzioni: quello vuole ben altro, ovvero almeno gli ultimi tre bilanci, per accertare debiti, patrimonio e competenze professionali del richiedente.

Ma cosa risulterebbe dagli ultimi tre bilanci sul valore dei “Fratelli d’Italia”?

Credo non molto di incoraggiante, se si considera che fino a poco fa questi occupavano una posizione molto marginale nel sistema politico, scarsamente utilizzati nelle istituzioni di qualunque livello.

In buona sostanza, l’eccezionale incremento nei sondaggi è dovuto esclusivamente alla furbizia di restare l’unico partito all’opposizione, con libertà di demonizzare qualunque atto del governo, fossero finanziamenti, sostegni economici, proposte di riforma e persino politiche sanitarie.

Pochi si sono accorti che tutti quegli atti sono stati votati anche dai partiti coalizzati con la Giorgia, oggi pronta a governare con loro, chissà se facendogli rinnegare le decisioni assunte qualche settimana fa.

Le carenze dei Giorgiani emergono nella difficoltà di reperire candidati in tutti i collegi, tanto da dover ricorrere a personaggi di varia e diversa provenienza partitica oppure a figure stinte, che faticavano a competere perfino nelle loro amministrazioni locali.

Che dire, dunque? Attacca il ciuccio dove dice il padrone, che poi sarebbe il popolo sovrano, libero di concedere il massimo credito a qualunque urlatore, perché mettersi a studiarne i bilanci, e per giunta a fine Agosto, è un fastidio che nemmeno il più diligente commercialista sopporterebbe.


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