Occorre
congratularsi con la leader del partito “Fratelli d’Italia”, che occupa stabilmente
il primo posto nei sondaggi sul voto alle prossime elezioni politiche. In verità,
la storia recente ci insegna quanto sia facile raggiungere tale posizione: occorre
solo proclamare di conoscere sia la soluzione a tutti i problemi della Nazione,
sia la causa di questi problemi, che è sempre quel complotto affaristico
internazionale orchestrato dall’”Europa”, dal “Mercato” e, ovviamente dai “Poteri
Forti”, con il recente arruolamento dei produttori di vaccini.
Meglio ancora se
i proclami vengono urlati da un portavoce in posa innovativa e moderatamente eretica,
agevolata da qualche sguaiatezza lessicale.
La mia opinione
è che sia stato l’utilizzo di questi ingredienti a determinare il successo,
nell’ultimo trentennio, prima di Forza Italia e poi di Renzi, Grillo e appunto Fratelli
d’Italia, con il progressivo adattamento del modello originario ai mutamenti
tecnologici ed anagrafici.
Nulla di nuovo dunque,
sorprende solo la persistenza, tra i sostenitori della Giorgia nazionale, di
quei lavoratori che dipendono solo dalla propria iniziativa e dalla capacità di
assumersi dei rischi: la categoria alternativamente esaltata od ingiuriata
degli imprenditori.
L’imprenditore
dovrebbe infatti sapere che per ottenere il sostegno (che per lui è finanziario)
alle proprie idee non è sufficiente urlare al funzionario della Banca di avere
già tutte le soluzioni: quello vuole ben altro, ovvero almeno gli ultimi tre
bilanci, per accertare debiti, patrimonio e competenze professionali del
richiedente.
Ma cosa
risulterebbe dagli ultimi tre bilanci sul valore dei “Fratelli d’Italia”?
Credo non molto
di incoraggiante, se si considera che fino a poco fa questi occupavano una
posizione molto marginale nel sistema politico, scarsamente utilizzati nelle
istituzioni di qualunque livello.
In buona
sostanza, l’eccezionale incremento nei sondaggi è dovuto esclusivamente alla
furbizia di restare l’unico partito all’opposizione, con libertà di demonizzare
qualunque atto del governo, fossero finanziamenti, sostegni economici, proposte
di riforma e persino politiche sanitarie.
Pochi si sono
accorti che tutti quegli atti sono stati votati anche dai partiti coalizzati
con la Giorgia, oggi pronta a governare con loro, chissà se facendogli
rinnegare le decisioni assunte qualche settimana fa.
Le carenze dei
Giorgiani emergono nella difficoltà di reperire candidati in tutti i collegi,
tanto da dover ricorrere a personaggi di varia e diversa provenienza partitica
oppure a figure stinte, che faticavano a competere perfino nelle loro
amministrazioni locali.
Che dire,
dunque? Attacca il ciuccio dove dice il padrone, che poi sarebbe il popolo
sovrano, libero di concedere il massimo credito a qualunque urlatore, perché mettersi
a studiarne i bilanci, e per giunta a fine Agosto, è un fastidio che nemmeno il
più diligente commercialista sopporterebbe.
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