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venerdì 3 maggio 2024

LA BADANTOCRAZIA


 

“A signo’, nun se preoccupi de svejamme stanotte, me chiami pure pe’ qualunque bisogno: se devve annà ar bagno oppure vole magnà, me chiami e nun se faccia problemi: basta che dice er mio nome che  m’apprescio; pecchè so’ fatta così: sò de core! E poi me sento uguale a lei, anzi sò proprio uguale a lei: faccia come se fossi na sorela, na mamma, na fija…”

Non meravigliamoci se nel prossimo futuro sentiremo qualche Presidente del Consiglio rivolgersi così ad un suo elettore: sarà solo l’ulteriore sviluppo di quella tecnica comunicativa con la quale i politicanti vogliono catturare la fiducia dei cittadini. Se non si può interessarli con discorsi di politica o di economia si cerca di ispirare quella confidenza e quell’intimità che possano motivare il consenso. Pratiche del genere erano abituali nei Comuni di pochi abitanti, dove chi si candidava a Sindaco contava più sul sostegno di amici e parenti che sulle proprie competenze amministrative: adesso tutta la Nazione è diventata un piccolo paese, dunque adeguiamoci.

Siamo passati in pochi anni dalla rottamazione della politica tradizionale al qualunquismo dell’uno vale uno, fino ad arrivare all’uno è uguale a voi, perciò fidatevi ed eleggetelo.

Dobbiamo dunque fidarci, anzi affidarci alle cure premurose dei nostri eguali, generosamente impegnati a fare per noi quello che noi non possiamo più fare perché ….

già, ma perché?

Perché non possiamo occuparci da soli dei nostri problemi se poi dobbiamo affidarli a chi, stando a ciò che dice, è uguale a noi?

La risposta è semplice: potremmo occuparci dei nostri problemi se fossimo ancora validi a farlo, ma non lo siamo più: siamo una nazione di anziani e pensionati; i pochi giovani hanno scarsa istruzione e troppe dipendenze psicotiche, insomma abbiamo un paese di invalidi da accudire: quello che la politica deve offrire è una brava e volenterosa badante, nient’altro.

E per fortuna si sta provvedendo: si sta disponendo tutto il necessario per dismettere l’organizzazione politica precedente, nella quale chi era incaricato di governare doveva rinunciare a molte sue libertà e diventare uno strumento delle istituzioni.

Avremo a breve un’organizzazione completamente opposta e più efficiente, nella quale saranno le istituzioni a dover agire come uno strumento di chi governa: insomma, per qualunque futura necessità notturna, il pitale o il pappagallo saranno prontamente azionati da un’affidabile e premurosa governante.  

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