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lunedì 21 ottobre 2024

LA BILANCIA DEL BARONE


 

Charles-Louis de Secondat, Barone di La Brèd e di Montesquieu, pubblicò a Ginevra nel 1748 “Lo spirito delle leggi”, un’opera in due volumi in cui, tra i tanti argomenti, è enunciato anche il principio della separazione dei poteri, molto citato nei secoli successivi.

All’epoca erano ricondotti al Monarca sia il potere di dettare le regole (legislativo) che di applicarle (esecutivo) nonché di verificare che fossero applicate bene (giudiziario).

Era dunque eversiva l’opinione del Barone, secondo il quale “non vi è libertà se il potere giudiziario non è separato da quello legislativo e da quello esecutivo. Se esso fosse unito al potere legislativo, il potere sulla vita e la libertà dei cittadini sarebbe arbitrario, poiché il giudice sarebbe al tempo stesso legislatore: se fosse unito con il potere esecutivo il giudice potrebbe avere la forza di un oppressore.”

Questa separazione dei poteri, dalla Rivoluzione francese in poi, è stata recepita in tutte le Costituzioni democratiche, sicchè dovrebbe considerarsi un criterio ormai noto, sul quale è inutile soffermarsi o discutere.

Sorprende allora che il nostro governo si infervori perché un giudice non ha convalidato i provvedimenti di trattenimento dei migranti trasbordati in Albania, e contesti il potere dei giudici di controllare i provvedimenti del Governo.

La contrapposizione tra l'organismo di governo e quello giurisdizionale non è affatto un’anomalia, bensì una necessità per un ordinamento democratico, nel quale un potere viene bilanciato dall’altro, secondo lo schema prefigurato dal Barone di Montesquieu.

Del resto, se è prevista la necessità di convalidare un provvedimento, bisogna ammettere la possibilità che tale convalida possa essere negata: non avrebbe senso prevedere una procedura di valutazione se tale valutazione può essere solo positiva.

Stupisce che, dopo quasi trecento anni, la tutela della democrazia sia ancora affidata alle idee di un Barone francese, che solerti reggi-bordone vorrebbero ignorare.

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