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venerdì 3 maggio 2013

OCCULTAMENTO DI SENTENZE


Pensavo di aver sperimentato le più oscene deformità dell'amministrazione giudiziaria, eppure quella di stamattina e' riuscita a stupirmi.
Dovrebbe essere noto che le sentenze civili, dopo essere state redatte e sottoscritte dal Giudice, vengono "pubblicate", ovvero depositate in ufficio affinché appunto il pubblico possa leggerle e farsene rilasciare una copia. La possibilità di leggere integralmente la sentenza e' essenziale per il cittadino comune come per l'avvocato, inoltre è proprio dalla pubblicazione che decorre il termine di 6 mesi entro il quale è ammissibile appellare una sentenza. Ebbene, se questa è la regola, il Tribunale di Eboli l'ha sostituita con un ossimoro: la pubblicazione occulta.
Dopo aver ricevuto via mail la comunicazione che una sentenza è pubblicata, ho scoperto che non avrei potuto leggerla (tantomeno averne una copia) prima di qualche mese, ovvero il tempo di restituirla dall'ufficio che trasmette le mail (e che si trova a Salerno) all'ufficio (di Eboli) dove si richiedono le copie. Se questo spostamento di carte dovesse richiedere più di sei mesi, avro' perso per sempre la possibilità di appellare una sentenza sfavorevole. Ottimo espediente per ridurre i tempi dei processi!  E non vi sembri esagerata una previsione di sei mesi per trasportare carte da Salerno ad Eboli: al 21 marzo 2013 ancora si attendevano fascicoli del 2012.
Qualcuno potrebbe ingenuamente obiettare: ma se lo scopo era trasmettere via mail l'avvenuta pubblicazione, era proprio necessario farlo da Salerno? Piuttosto che portare migliaia di fascicoli avanti ed indietro non sarebbe stato piu' semplice portare ad Eboli un computer ed un dipendente capace di spedire mail?
Obiezione appunto ingenua perché, di fronte ai delitti contro la logica ed il buon senso perpetrati con quelle sentenze, è sicuramente consigliabile, per gli autori, cercare di occultarne le prove.

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