IL GIURISTA E' FUORI DAI CODICI ------- Avvocato Vincenzo Montone ------- Castellabate (SA) via Colombo 11 ------- +39 0974960347 ---- montonevince@libero.it
venerdì 4 novembre 2022
sabato 29 ottobre 2022
Jack London, “Martin Eden”
giovedì 1 settembre 2022
LA STRATEGIA DEL KAPPA (Kutuzov o Kamikaze?)
Ricordo quando Silvio Berlusconi dichiarò che sarebbe voluto diventare un personaggio politico come Letta: naturalmente si riferiva a Gianni Letta, non certo al di lui nipote Enrico, il quale, invece, tutto sarebbe voluto diventare tranne che un personaggio politico.
Dalla fisiognomica e prosodia sembra proprio che il nepos non si trovi a suo agio nelle tribalità elettorali, dalle quali preferirebbe fuggire per inabissarsi nelle tiepide acque dell’accademia, accessibili solo ai suoi simili, dove studi, convegni e seminari avvolgono di un limbo esoterico gli acculturati.
Ma l’accademia, per essere economicamente remunerativa, richiede una propedeutica riconoscibilità pubblica, perciò il nepos si trova ancora costretto ad accapigliarsi con i tribuni della plebe, cercando di pareggiarne, se non la popolarità, almeno l’esposizione mediatica.
Ora gli toccano queste elezioni settembrine, e lui le affronta con l’abituale strategia, ovvero quella di evitare scrupolosamente ogni atto che potrebbe arrecargli un vantaggio.
Secondo alcuni, in questa scelta lui si ispirerebbe al Generale Kutuzov che, nella guerra tra Francia e Russia del 1812, finse di arretrare di fronte a Napoleone, per poi annientarlo clamorosamente.
Ma, secondo altri, si starebbe piuttosto ispirando ai Kamikaze giapponesi della seconda guerra mondiale, i quali, consapevoli della sconfitta, scelsero di esibire tutto il proprio coraggio andando a suicidarsi contro le navi nemiche.
Peccato che all’epoca non ci fossero gli smartphone: sarebbero stati selfie memorabili.
lunedì 29 agosto 2022
L'IMBUCATO DEL POPOLO
Nella sua carriera politica
l’Avv. Giuseppe Conte può essere definito come l’uomo sbagliato al posto
giusto, essendosi sinora distinto soprattutto per ciò che non è.
Compare la prima volta sui palchi
accanto ai grillini, che lo indicano come possibile ministro tecnico alla
riforma della Pubblica Amministrazione, anche se, come docente di diritto
privato ed avvocato civilista, lui tecnico, in senso tecnico, della materia
proprio non era.
Scomparso dunque come ministro,
ricompare come Capo del Governo giallo-verde quando occorre individuare una
figura esterna sia ai leghisti che ai grillini, qualcuno che possa rappresentare
la propria maggioranza ma senza farne parte, insomma che ci sia senza esserci:
il suo ruolo preferito.
Nell’estate del 2019 Salvini
sbrocca, ed i grillini devono trovarsi un nuovo alleato: ma c’è il problema di
giustificare il transito da destra a sinistra, con cui si rinnega un
posizionamento politico che si era consolidato: occorreva qualcuno con tale facciatosta
da dichiarare in pubblico di aver sì appoggiato le scelte dei leghisti, però
senza accorgersene; dunque, venuto alla luce tutto il malfatto, quei cattivoni dovevano
prendere le ttottò sul culetto.
E’ questo il momento della famosa
sceneggiata in Parlamento, quando il Capo del Governo incolpa il proprio
Governo per la gestione inumana della vicenda immigrati, di cui però indica
come responsabile il solo ministro degli Interni, che qualche oscura entità
aveva occultamente nominato e supportato fino al giorno prima.
Essere senza essere, di destra e
di sinistra, è ormai per lui così naturale che l’inneffabile Presidente non trova
alcuna difficoltà nell’appartenere ad un movimento votato come
antivaccinista ed antieuropeista ma che poi
sostiene una campagna vaccinale molto stringente ed invoca aiuti da
quell’Europa fino ad allora demonizzata.
L’Europa però non si lascia
mettere nel taschino come una pochette di seta, e gli aiuti sarebbe anche
disposta ad erogarli in quantità generose, purchè a gestirli sia qualcuno che
si svegli la mattina dove si è coricato la sera, magari anche con un qualche
curriculum affidabile ed una faccia che corrisponda a sé stessa. Così l’ormai
ex Presidente deve trovare altre forme in cui coagulare la propria liquidità
intangibile e tenta con quella di Capo dei cinque stelle: molto adeguata,
trattandosi dell’unico Capo che non comanda, perché ha sopra di sè un altro
Capo.
Per dare una parvenza di
democrazia, si decide di far eleggere dagli iscritti almeno questo sotto-Capo,
ma per evitare qualunque rischio viene candidato solo lui: in questo modo se ne
perfeziona l’attitudine all’ambivalenza, essendo il primo politico della storia
a prevalere in una competizione elettorale contro sé stesso, nella quale, ad
onor del vero, ottiene un ampio consenso.
Ma nemmeno è sufficiente, perchè lo Statuto dei
grillini, predisposto dal medesimo sotto-Capo,
ammetteva al voto anche iscritti che ne erano stati esclusi, e che impugnano l’elezione; dunque il sotto-Capo si
trova ad essere contemporaneamente eletto e non eletto, circostanza che gli è
perfettamente consona.
Da ultimo si è segnalato per il
suo sostegno al governo Draghi, che, di conseguenza, ha aspramente criticato,
tanto da partecipare alla sua soppressione: ma sarebbe stato troppo coerente
votarne la sfiducia, perciò ha optato per l’astensione.
Guardando la sua storia politica
si comprende perché indossi sempre un abito da cerimonia: nell’inconscio teme
sempre di essere fermato all’ingresso di un lussuoso ristorante da qualcuno che
cerca il suo nome nelle liste fornite dagli sposi e poi di sentirsi chiedere:
“Scusi, ma lei è tra gli invitati?”
In tono perentorio e
rassicurante, con voce nasale e dizione
minata da una leggera “zeppola”, lui è sempre pronto a rispondere: “E certo che
sono tra gli invitati, non lo vede come sono vestito?”
giovedì 25 agosto 2022
MELONI A CREDITO (campagna elettorale con i frutti dell’antigoverno)
Occorre
congratularsi con la leader del partito “Fratelli d’Italia”, che occupa stabilmente
il primo posto nei sondaggi sul voto alle prossime elezioni politiche. In verità,
la storia recente ci insegna quanto sia facile raggiungere tale posizione: occorre
solo proclamare di conoscere sia la soluzione a tutti i problemi della Nazione,
sia la causa di questi problemi, che è sempre quel complotto affaristico
internazionale orchestrato dall’”Europa”, dal “Mercato” e, ovviamente dai “Poteri
Forti”, con il recente arruolamento dei produttori di vaccini.
Meglio ancora se
i proclami vengono urlati da un portavoce in posa innovativa e moderatamente eretica,
agevolata da qualche sguaiatezza lessicale.
La mia opinione
è che sia stato l’utilizzo di questi ingredienti a determinare il successo,
nell’ultimo trentennio, prima di Forza Italia e poi di Renzi, Grillo e appunto Fratelli
d’Italia, con il progressivo adattamento del modello originario ai mutamenti
tecnologici ed anagrafici.
Nulla di nuovo dunque,
sorprende solo la persistenza, tra i sostenitori della Giorgia nazionale, di
quei lavoratori che dipendono solo dalla propria iniziativa e dalla capacità di
assumersi dei rischi: la categoria alternativamente esaltata od ingiuriata
degli imprenditori.
L’imprenditore
dovrebbe infatti sapere che per ottenere il sostegno (che per lui è finanziario)
alle proprie idee non è sufficiente urlare al funzionario della Banca di avere
già tutte le soluzioni: quello vuole ben altro, ovvero almeno gli ultimi tre
bilanci, per accertare debiti, patrimonio e competenze professionali del
richiedente.
Ma cosa
risulterebbe dagli ultimi tre bilanci sul valore dei “Fratelli d’Italia”?
Credo non molto
di incoraggiante, se si considera che fino a poco fa questi occupavano una
posizione molto marginale nel sistema politico, scarsamente utilizzati nelle
istituzioni di qualunque livello.
In buona
sostanza, l’eccezionale incremento nei sondaggi è dovuto esclusivamente alla
furbizia di restare l’unico partito all’opposizione, con libertà di demonizzare
qualunque atto del governo, fossero finanziamenti, sostegni economici, proposte
di riforma e persino politiche sanitarie.
Pochi si sono
accorti che tutti quegli atti sono stati votati anche dai partiti coalizzati
con la Giorgia, oggi pronta a governare con loro, chissà se facendogli
rinnegare le decisioni assunte qualche settimana fa.
Le carenze dei
Giorgiani emergono nella difficoltà di reperire candidati in tutti i collegi,
tanto da dover ricorrere a personaggi di varia e diversa provenienza partitica
oppure a figure stinte, che faticavano a competere perfino nelle loro
amministrazioni locali.
Che dire,
dunque? Attacca il ciuccio dove dice il padrone, che poi sarebbe il popolo
sovrano, libero di concedere il massimo credito a qualunque urlatore, perché mettersi
a studiarne i bilanci, e per giunta a fine Agosto, è un fastidio che nemmeno il
più diligente commercialista sopporterebbe.
mercoledì 20 luglio 2022
Karl R. Popper: LA SOCIETÀ APERTA E I SUOI NEMICI (II vol.) - Armando Editore, 2003
“…la gente parla di storia del genere umano, ma, di fatto intende riferirsi, ed è questo che ha imparato a scuola, alla storia del potere politico.
Questa è elevata alla dignità di storia del mondo. Ma in questo caso si tratta, a mio giudizio, di una vera e propria offesa ad una giusta concezione del genere umano.
Difatti, la storia della politica di potere si identifica con la storia del crimine internazionale e dell’assassinio di massa.
Questa storia è insegnata nelle scuole e alcuni dei più grandi criminali sono esaltati come suoi eroi”
mercoledì 8 giugno 2022
S. Latouche, “L’invenzione dell’economia”, Bollati Boringhieri 2010
“In un mondo tecnicizzato cieco rispetto ai propri fondamenti, l’ignoranza è in una qualche misura la condizione dell’efficienza a breve termine”