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lunedì 28 ottobre 2024

KONRAD LORENZ: L'altra faccia dello specchio; Bombiani, 1982


 


"L'intervento di spinte istintuali porta poi alla vittoria dell'ipotalamo sul telencefalo, e le opinioni contrapposte perdono con ciò il proprio contenuto di verità. A ciò contribuisce il fatto che ciascun partito, per aumentare il numero dei propri sostenitori, cerca di esprimersi mediante formulazioni il più possibile semplici e comprensibili, che si possano, magari, ripetere in coro. Dal momento che una simile semplificazione rende effettivamente più sciocche le argomentazioni di entrambe le parti, esse divengono così sempre meno accettabili dall'avversario, il che porta ad una oscillazione autoindotta che può terminare in una catastrofe della regolazione"

lunedì 21 ottobre 2024

LA BILANCIA DEL BARONE


 

Charles-Louis de Secondat, Barone di La Brèd e di Montesquieu, pubblicò a Ginevra nel 1748 “Lo spirito delle leggi”, un’opera in due volumi in cui, tra i tanti argomenti, è enunciato anche il principio della separazione dei poteri, molto citato nei secoli successivi.

All’epoca erano ricondotti al Monarca sia il potere di dettare le regole (legislativo) che di applicarle (esecutivo) nonché di verificare che fossero applicate bene (giudiziario).

Era dunque eversiva l’opinione del Barone, secondo il quale “non vi è libertà se il potere giudiziario non è separato da quello legislativo e da quello esecutivo. Se esso fosse unito al potere legislativo, il potere sulla vita e la libertà dei cittadini sarebbe arbitrario, poiché il giudice sarebbe al tempo stesso legislatore: se fosse unito con il potere esecutivo il giudice potrebbe avere la forza di un oppressore.”

Questa separazione dei poteri, dalla Rivoluzione francese in poi, è stata recepita in tutte le Costituzioni democratiche, sicchè dovrebbe considerarsi un criterio ormai noto, sul quale è inutile soffermarsi o discutere.

Sorprende allora che il nostro governo si infervori perché un giudice non ha convalidato i provvedimenti di trattenimento dei migranti trasbordati in Albania, e contesti il potere dei giudici di controllare i provvedimenti del Governo.

La contrapposizione tra l'organismo di governo e quello giurisdizionale non è affatto un’anomalia, bensì una necessità per un ordinamento democratico, nel quale un potere viene bilanciato dall’altro, secondo lo schema prefigurato dal Barone di Montesquieu.

Del resto, se è prevista la necessità di convalidare un provvedimento, bisogna ammettere la possibilità che tale convalida possa essere negata: non avrebbe senso prevedere una procedura di valutazione se tale valutazione può essere solo positiva.

Stupisce che, dopo quasi trecento anni, la tutela della democrazia sia ancora affidata alle idee di un Barone francese, che solerti reggi-bordone vorrebbero ignorare.

venerdì 4 ottobre 2024

ZYGMUNT BAUMAN, “La solitudine del cittadino globale”, Feltrinelli, 2008

“mentre il capitale fluisce liberamente, la politica resta irrimediabilmente locale. La velocità del movimento rende extraterritoriale il potere reale. (…) il potere è sempre più estraneo alla politica: un fatto che spiega al tempo stesso l’aumento dell’ apatia politica, il disinteresse progressivo dell’elettorato e la perdita della speranza che la salvezza possa venire dai palazzi del governo, chiunque possano essere i loro attuali o futuri occupanti.”
 

sabato 7 settembre 2024

I MALDESTRI


 

C’era un’area politica che, pur godendo di un consenso abbastanza diffuso, dalla nascita della Repubblica Italiana non aveva mai ottenuto l’incarico di formare un governo.

Quest’area, definita come “la destra”, aveva al massimo conseguito qualche Ministero, ma solo mescolandosi con altre aree, definite come “centro”, in modo da offrire agli elettori un minestrone storico-ideologico un po' confuso ma più rassicurante.

E’ ben evidente che “destra”, “centro” e “sinistra” non sono elementi concreti del mondo fisico, bensì immagini mentali, elaborate per cercare di collocare e distinguere l’azione dei soggetti politici. In questo modo dovrebbe semplificarsi la percezione del confronto democratico da parte del cittadino, che potrebbe così con maggior convinzione manifestare il proprio consenso e legittimare le scelte di chi esercita il potere.

Dunque, pur non esistendo nel mondo fisico, anche la “destra” deve avere comunque un suo contenuto percepibile, anche se solo a livello ideologico. Comunemente si riteneva che questo contenuto fosse costituito dai valori di: ordine pubblico, rigore morale, primato della tradizione sulla modernità.

Ed erano questi valori che si riteneva avrebbero colorato l’azione del primo governo guidato dalla tanto attesa destra italiana.

A circa metà del mandato, credo sia immune dall’accusa di faziosità il manifestare lo sconforto per le immagini sinora offerte.

Si va dal sottosegretario con la pistola a Capodanno a quello che traffica dipinti rubati, poi al Ministro che falsifica i bilanci, a quello che ferma i treni, quello che abolisce i reati ecc. ecc.

Fino al Ministro che piangendo chiede perdono alla moglie durante il Telegiornale.

Francamente, non si comprende come dalla destra aristocratica di Cavour, Sella e Ricasoli a quella mascolina e nazionalista del Duce, si sia poi arrivati a questa accozzaglia improvvisata  e scolorita di arrivisti, imbonitori e profittatori senza etica né cultura delle Istituzioni.

Bocciati.

lunedì 8 luglio 2024

LO STATO APPARENTE (il neo-nazionalismo è anti-statalista)

Difficile credere che i leader politici, soprattutto quelli italiani, si pongano obiettivi elevati e studino le strategie per realizzarli; nella migliore delle ipotesi cercano di manipolare l’ansia del loro pubblico promettendo di alleviarla.

Ma hanno sicuramente obiettivi e strategie gli sponsor dei politici, che ne dirigono le attività con poteri meno formali e meno visibili.

I politici contemporanei, insomma, non sono altro che frenetici influencer: fotografati col pandoro in mano non hanno idea di come sia prodotto, gli basta che il committente sia solvibile.

Di questi tempi il pandoro più pubblicizzato è quello del nazionalismo, del quale si esaltano le eccellenti qualità di tradizione, identità e protezione dei confini.

A sentire la pubblicità, sembrerebbe che questo nazionalismo voglia accrescere il ruolo della Nazione, ovvero dello Stato, ma se si vanno a leggere meglio gli ingredienti del prodotto, si scopre che, forse, obiettivo dei committenti non è affatto uno Stato più forte.

E tra questi ingredienti contraddittori non c’è solo l’autonomia differenziata che, anzi, considerando i proponenti, risulterà un ingrovigliato pastrocchio, indigesto per chi lo assaggerà.

L’antistatalismo risulta da altri elementi, che nascondono questa loro nocività, ad esempio la realizzazione di un centro di accoglienza migranti in Albania.

Con questo accordo si introduce un principio decisamente anti-nazionalista, secondo il quale un organismo dello Stato può essere realizzato fuori dal territorio nazionale (ed europeo), esercitando (all’estero) un’attività di interesse nazionale con applicazione (sempre all’estero) del diritto nazionale.

Le relazioni tra Stati si fondano sul principio della reciprocità, ovvero ti consento solo ciò che anche tu consenti a me: con accordi di questo genere si introduce una deroga al principio di territorialità, con un affievolimento della sovranità esclusiva dello Stato sul suo territorio: non è escluso che il principio in futuro risulti dannoso proprio per la Nazione che oggi tanto se ne vanta.

Altro elemento di anti-statalismo è l’abolizione del reato d’abuso d’ufficio. Pochi hanno ricordato che questo reato era stato previsto dall’art. 323 del codice penale del 1930, un codice modellato sull’ideologia fascista e perciò accusato di eccessivo autoritarismo. In particolare, l’art.323 era inserito nel titolo 2 del codice, intitolato “DEI DELITTI CONTRO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE” perché il bene giuridico che si intendeva proteggere era il buon andamento della Pubblica Amministrazione: abolire questo reato significa avere una Pubblica Amministrazione (cioè uno Stato) meno protetta.

Passiamo all’economia: lo scorso 1 luglio è stata venduta ad una finanziaria statunitense l’intera rete italiana delle linee telefoniche e dei cavi di fibra ottica per la trasmissione dati: se immaginavamo che lo statalismo si manifestasse anche attraverso la creazione o l’acquisizione di attività economiche, soprattutto se strategiche, dobbiamo concludere che stiamo andando in tutt’altra direzione.

In conclusione, a leggere con attenzione gli ingredienti, non sembra proprio che il pandoro del nazionalismo abbia l’obiettivo di rafforzare lo Stato. Forse agli sponsor è più gradito uno Stato debole, magari con un governo forte, in modo da dover contrattare solo con questo, senza la molesta interferenza del resto dello Stato: il Parlamento, la Magistratura, l’Informazione…