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giovedì 7 marzo 2013

GIUSTIZIA CON QUALCHE GRILLO PER LA TESTA


Uscire da una fanghiglia che sommerge speranze ed energie: questo il desiderio di molti elettori italiani, espresso con il voto dello scorso febbraio.
La disperazione riformatrice sfida i Palazzi, ancora indenne quello della Giustizia, quando si smuoverà la moltitudine assidua di queste mura?
La giurisdizione ha smarrito il senso della propria funzione: rendere concreti quei principi astratti che consentono la convivenza civile.
Il tempo che avvocati, giudici e personale amministrativo trascorrono nei Tribunali e', per la maggior parte, sprecato in attività inutili, refrattarie alla logica comune.
Tracima un vuoto di senso sul quale galleggia la polvere di formule rimasticate.
Mentre scrivo la televisione diffonde le immagini dell'incendio alla Città della Scienza di Napoli, ma ogni giorno partecipo ad un disastro impercettibile nel suo fragore: l'annientamento della Giustizia.
Quando si constaterà' la compiuta distruzione ci sarà' l'occasione di ricostruire.
Forse avremo magistrati che studiano l'inglese per scrivere un diritto europeo.
Non trascorreremo ore al volante per trasportare carte: bastera' il computer.
Alle udienze si discuterà di fatti noti anche a chi ascolta ed ogni settimana potremo consegnare una sentenza ai nostri assistiti, che non ne derideranno l'efficacia.
Sarà una sorprendente normalità.

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