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giovedì 21 marzo 2013

IMPAR UBIQUO (2)


La mattina del 19 marzo, telefonando per augurare un buon onomastico a mio cugino Giuseppe, l'ho trovato abbastanza innervosito. Mi rispondeva dal Tribunale; anche lui avvocato, aveva appena saputo che l'udienza di quella mattina, alla quale si era diligentemente preparato - sacrificando la festività-  non si sarebbe svolta per improvvisi sopraggiunti impegni del Magistrato.
Il giorno successivo, sfogliando il giornale, apprendevo che quel Magistrato aveva trascorso la mattinata del 19 in una scuola elementare, partecipando ad un convegno sulla legalità.
Educare alla legalità è senz'altro un meritevole obiettivo, che forse sarebbe meglio raggiungere attraverso i buoni esempi, quelli che forniscono le persone quotidianamente impegnate a rispettare i propri doveri.
In ogni caso, anche quando saremo tutti più educati alla legalità, per rendere concreto questo concetto astratto sarà sempre necessario far funzionare i Tribunali, dunque fissare udienze e, sopratutto, consentire che si svolgano.
Se poi la legalità dovesse rivelarsi un concetto troppo ostico, potremmo provare ad educare a qualcosa di più accessibile, per esempio alla buona creanza, quella che obbliga ad avvisare quando non si può rispettare un impegno.

Avrete capito che l'episodio descritto e' integralmente frutto della mia fantasia: nessun Magistrato sarebbe così screanzato da disertare le udienze per esibirsi in un convegno e, soprattutto, senza dare adeguato preavviso agli avvocati che lo attendono.
Se poi da qualche parte si fosse effettivamente verificato qualcosa di simile, vabbè', sarà stata una imprevedibile casualità.

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